Come illustrato nell’articolo “Come creare una stanza multisensoriale Snoezelen” all’interno di questo Blog, il metodo Snoezelen – derivante dai verbi “snuffelen” (esplorare) e “doezelen” (rilassare) – nasce in Olanda nel 1970 per opera di due psicologi olandesi, Jan Hulsegge e Ad Verheul, che, specie nella loro prima fase di ricerca, lo rivolsero soprattutto all’età evolutiva, ai bambini con difficoltà di attenzione e apprendimento, iperattività, ritardo mentale, autismo e gravi disabilità. Solo in seguito lo estesero a persone con problemi psichiatrici e demenze.
È interessante soffermarsi brevemente sui due verbi che compongono la parola Snoezelen: due azioni che sembrano diverse, ma che in realtà rappresentano una valida combinazione per cercare di stimolare i sensi e aiutare a produrre uno stato di benessere e fiducia nelle persone che hanno difficoltà comunicative con ciò che sta loro fuori, ma anche con il loro interno.
Metodo Snoezelen: cos’è e in cosa consiste
Il metodo Snoezelen è una stimolazione multisensoriale controllata. Con esso si vanno a stimolare, in modo selettivo e controllato, i cinque sensi (udito, vista, olfatto, tatto e gusto), tramite un ambiente artificiale nel quale vengono inseriti elementi e materiali adatti a questo tipo di terapia.
Già, terapia. Perché questo tipo di approccio viene sempre più valutato come trattamento dei sintomi di un disagio, come emerso dal IV Convegno Nazionale sui Centri Diurni Alzheimer del 2013, di cui si è fatta menzione nell’articolo “Snoezelen e Alzheimer”. Inoltre, tra gli obiettivi che si pone il metodo Snoezelen vi sono quelli di accrescere nelle persone una sensazione di fiducia nelle proprie potenzialità e un benessere interiore, nonché ridurre i problemi comportamentali e prevenire l’isolamento e l’impoverimento percettivo.
Ma quali sono i soggetti che ne possono usufruire? Principalmente bambini con più disabilità e deficit di apprendimento, persone con disabilità cognitive, soggetti con forte stress di tipo lavorativo o post traumatico, individui con dolore cronico o acuto e pazienti anziani con malattie neurodegenerative.
Il metodo Snoezelen e le stanze multisensoriali
Come scritto, il metodo Snoezelen si esplicita attraverso ambienti artificiali progettati per la stimolazione multisensoriale di persone affette da autismo, demenza o che presentano disabilità dello sviluppo e cognitive, detti stanze Snoezelen. La prima di queste venne creata nel 1978 in Olanda, nel centro De Hartenberg per produrre stimolazioni sensoriali. Al suo interno era possibile trovare:
- un ventilatore che soffiava su ritagli di carta e palloni;
- un angolo soffice con cuscini, fieno e giocattoli che emettevano diversi suoni;
- effetti di proiezione sul soffitto;
- strumenti musicali, altoparlanti e cuffie;
- odori, profumi, saponi ed erbe aromatiche;
- oggetti tattili sul soffitto (fili di lana e giocattoli);
- vassoi con cibi salati, amari e dolci;
- grandi vasche contenenti sabbia e ghiaia.
Al termine delle varie esperienze emersero nei pazienti sensazioni quali:
- aumento della curiosità;
- migliore orientamento spazio temporale;
- aumento dell’autostima;
- determinazione di uno stato di benessere.
Grazie agli esiti riscontrati, si iniziò a utilizzare con maggior frequenza il metodo Snoezelen e, a partire dal 1984, vennero costruite le prime stanze.
Oggi le stanze Snoezelen sono tra le terapie più diffuse per migliorare la vita di autistici e disabili. Negli ultimi anni, peraltro, l’utilizzo di queste ha portato importanti risultati anche negli anziani affetti da delirium (disturbo neuropsichiatrico). In un articolo del Corriere della Sera – Edizione di Bologna risalente al 2016, è descritto l’impiego del metodo Snoezelen, attraverso le suddette stanze, in tal caso denominate “Delirium Room”, all’interno del reparto di geriatria dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola.
Tornando alle stanze multisensoriali, esse sono allestite con arredi utili per indurre le persone all’esplorazione e a farle interagire con ciò che è presente nell’ambiente. Ogni singolo elemento in esse contenuto ha la funzione di stimolare uno dei cinque sensi, affinché i pazienti prendano coscienza della realtà che li circonda senza sentirsi minacciati.
Come desumibile, le stanze organizzate seguendo il metodo Snoezelen devono possedere determinati requisiti, tra cui:
- essere piacevoli;
- rappresentare un rifugio speciale per le persone con disturbi autistici o mentali, dove sentirsi al sicuro e rispettati;
- essere attrezzate con materiali adatti ad agire su vista, olfatto, tatto, udito;
- consentire di effettuare un percorso terapeutico efficace.
Negli ambienti vengono così inserite fibre ottiche, luci colorate diffuse o tubi a bolle, utili per favorire la consapevolezza della luce, stimolare il movimento oculare di inseguimento e la percezione del colore.
Musica, strumenti musicali, video, radio e lettori cd sono ulteriori elementi utilizzati per attirare l’attenzione attraverso l’udito. Per le esperienze tattili, invece, si ricorre a palline, spugne e pannelli in varie texture per favorire la confidenza con le diverse superfici, dimensioni e forme degli oggetti, mentre quelli vibranti e rilassanti servono per avere effetti sul movimento del corpo e della pelle e incidere così sull’equilibrio, così come le sedute imbottite di palline.
Infine, la diffusione di aromi, essenze, frutta e fiori freschi che emanano odori, sono gli elementi su cui si punta per creare un’atmosfera rilassante e armoniosa, che agisca positivamente sull’olfatto.
Gli effetti del metodo Snoezelen
Negli ultimi anni il metodo Snoezelen è progressivamente cresciuto, specie nel campo della demenza, dove ha segnato una rapida evoluzione, portando così a nuovi sviluppi sia a livello pratico sia strutturale. Le stanze multisensoriali vengono utilizzate nel campo della riabilitazione, della sanità, della scuola e della terapia occupazionale.
Secondo alcuni studi, grazie all’impiego delle stanze multisensoriali Snoezelen, sono emersi risultati più che incoraggianti. Si parla, infatti, d’incremento di attenzione e concentrazione, iniziativa, interazione con persone, linguaggio spontaneo, serenità. Nel contempo, si è registrata una riduzione di affaticamento e agitazione, comportamento aggressivo e confusione, isolamento, utilizzo di psicofarmaci.
Con la stimolazione multisensoriale controllata è essenziale creare un equilibrio tra le attività sensoriali-stimolanti e quelle sensoriali-calmanti. Di fatti, le persone con deficit cognitivi, specie gli anziani, tendono a un depauperamento sensoriale vivendo piuttosto un eccesso di stimoli, andando così incontro a comportamenti agitati e dissociati.
Un elemento rilevante dell’impiego di una stanza multisensoriale Snoezelen, è che con essa si viene a creare un legame tra il paziente e i suoi familiari, seppur in assenza di un effettivo riconoscimento del primo verso i secondi.
Il metodo Snoezelen secondo LudoVico
Come noto, LudoVico è un’azienda specializzata nella progettazione di spazi per l’infanzia e per la collettività. Vanta una lunga esperienza nel campo della progettazione e la sua missione è quella di creare ambienti innovativi, su misura delle persone, armoniosi e confortevoli. Essa propone soluzioni personalizzate, ideando e trasformando in realtà spazi che si adattano alle diverse esigenze educative e ricreative di bambini e adulti, curati in ogni dettaglio.
LudoVico è altrettanto presente nella realizzazione di stanze multisensoriali secondo il metodo Snoezelen. Tali ambienti sono ideati e strutturati per consentire la stimolazione plurisensoriale di persone affette da autismo, demenza o che presentano disabilità dello sviluppo e lesioni cerebrali. In particolare, le stanze allestite da LudoVico sono caratterizzate da un clima di sicurezza e tranquillità, dove i pazienti possano sentirsi liberi di esplorare, comunicare e vivere esperienze diverse, raggiungendo così un elevato grado di benessere e incrementando la concentrazione e migliorando la loro qualità di vita.
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